L’Osservatorio di Memmo – Terza puntata

Don Giovanni Bonomini e l’Osservatorio di Memmo: Note di Storia locale: Terza Puntata

Nella prima puntata abbiamo parlato degli inizi delle osservazioni metereologiche e della costruzione dell’Os-servatorio di Memmo, mentre nella seconda puntata abbiamo descritto la vicenda della costruzione della terrazza che ha visto la fabbriceria di Memmo contrapporsi al parroco Don Bonomini.

Terminata la descrizione di questa curiosa vicenda proseguiamo con altri spunti interessanti contenuti nel libretto da cui sono tratti questi appunti.

Don Bonomini, come scrisse il Periodico CIDNEO il 24 luglio 1904, partecipò come espositore alla famosa esposizione di Brescia del 1904 […]sotto la tettoia nord fanno bella mostra di sè macchine di varie forme […] di fronte e di fianco alla Siderurgica Glisenti molte ditte esposero gessi e mattonelle pietre e marmi di vario genere, tra le quali[…] delle pietre non appartengono all’industria edilizia e che formano un’importante raccolta di fossili vegetali ed animali fatta dal rev. Giovanni Bonomini, parroco di Memmo[…].

Quel rev. sacerdote non contento di aver fondato a proprie spese un Osservatorio Meteorologico e Geodinamico a Memmo, frazione di Collio, volle unire a quello anche un gabinetto di mineralogia dotato di più di 200 campioni di minerali[…] è da osservare, prosegue il giornale, che Memmo è un villaggio alpestre, e che volendo trasportare tutti i campioni dei minerali che egli possiede, importava una spesa troppo rilavante e perciò dovette limitarsi ad esporre 24 campioni più importanti, dè quali alcuni servono per far conoscere il ricavo dei vari metalli di cui sono ricche le miniere presso Collio […] altri poi (come le pietrificazioni) giovano assai per aiutare il geologo a determinare approssimativamente l’epoca ed il periodo della formazione dei monti[…].

Una curioso episodio legato al trasporto di minerali ha avuto protagonista anni prima don Bruni che doveva consegnare al Parlatore, famoso geologo studioso di quel periodo, dei campioni di minerale. E di quale mezzo di trasporto il don Bruni si era servito? Adesso farebbe ridere però lui dopo aver riempito la valigia di sassi utilizzò il treno.

Arrivato a Milano insospettì la polizia austriaca che subito lo fermò controllando quella pesante e strana valigia.

Ce ne volle al buon don Bonomini per spiegare il motivo per cui trasportava quelle pietre anche se poi fu subito rilasciato.

Torniamo ora al libretto del Ghidinelli dove troviamo fedelmente riportato un elenco dei molti fossili di proprietà di Don Bonomini ed appartenuti a Don Bruni e che per varie ragioni ora non sono più a Memmo ma probabilmente(?) sono presso il museo di storia naturale di Brescia.

Guardandoci alle spalle possiamo però porci molte domande sui “tesori” appartenuti alla comunità di Collio ed ora dispersi.

Pensiamo ai vestiti “alla vecchia” del gruppo folk agli “ottoni” dalla gloriosa banda, oppure a tutto quanto era presso l’osservatorio di Memmo che ancora negli anni 60 (chi scrive lo ricorda) erano presenti.

L’osservatorio in quel periodo di inizio secolo era un’eccellenza che permetteva a Don Bonomini di ricevere anche finanziamenti pubblici come quello concesso dalla deputazione provinciale e datata 2 Novembre 1905.

Onor.li Signori Consiglieri,

Fino dal 1897, il sacerdote don Giovanni Bonomini parroco di Memmo, sopra Collio, ha fondato a proprie spese l’osservatorio […] le osservazioni meteorologiche, diligentemente fatte e regolarmente comunicate, acquistarono sempre maggior importanza. Questo portò alla necessità di opere speciali nella casa parrocchiale, sede dell’osservatorio, come la costruzione di un’apposita torre con terrazza, la cui spesa, come da perizia dell’ing. Arcangeli e da sopraluoghi dell’ufficio tecnico, ascende a circa 4000 lire. Le opere furono eseguite lodevolmente; ed oggi l’osservatorio funziona regolarmente ed è tenuto in molta considerazione […] pertanto[…]propone di concorrere con lire 500 alla spesa incontrata[…]sul fondo stanziato nel bilancio 1905 per le impreviste.

Per la DEPUTAZIONE PROVINCIALE, Ing. G.Corniani, relatore.

La pubblicazione del Ghidinelli riporta un ultimo documento interessante per la storia di Collio. Si tratta del fonogramma spedito dal colonnello Chiarla del 12° Regg. Bersaglieri tramite il telegrafoo Collio – Memmo installato per interessamento suo e di altri filantropi signori che, nel 1906, si trovavano in villeggiatura presso il Grand’Hotel Mella.

Il fonogramma così recita: Se avessi avuto il privilegio di fare correre la prima parola sopra il filo Collio – Memmo essa sarebbe stata di saluto e di plauso al benemerito Don Giovanni Bonomini ed all’attivo, intelligente e solerte tenente Richieri; sarebbe stato un saluto augurale perché questa linea sia di congiunzione tra Memmo e Roma.

Colonnello CHIARLA

Interessante è poi, in ultima pagina, l’elenco degli strumenti presenti a Memmo.

Sono strumenti di studio e di misura che per quei tempi erano molto avanzati anche se il loro nome è significativo solo per esperti.

 

[…] Due anemoscopi, un barometro Fortin, un barografo Richard (automatico), un piccolo evaporimetro (formato candelliere), un termometro a massima e a minima, due termometri gemelli uso psicrometro, un termografo automatico dei fratelli Richard, uno psicometro a ventilatore, un igrografo automatico Richard, un igrometro a capello di Saussurre, un evaporimetro col diametro di mm. 110, due pendoli sismografici semplici, un sismoscopio detto avvisatore Cecchi, un pluviometro (modello P. Denza), un segnalatore e registratore automatico dei temporali a cento Km. di distanza inventato dal prof. Boggio-Lera di Catania sul sistema del telegrafo senza fili, un istrumento di controllo del registratore dei temporali.

Molti strumenti erano di proprietà di Don Bonomini mentre altri appartenevano a eminenti associazioni come l’Ateneo di Brescia, la Società Meteoreologia Italiana di Torino, il Regio Ufficio Centrale di meteorologia E.G. di Roma, la Deputazione Provinciale di Brescia, il Club Alpino Italiano Sezione di Brescia che li avevano messi a disposizione dell’importante osservatorio.

Significativo per lo Stato della scienza del periodo è lo studio delle altimetrie di alcuni punti della Valle Trompia del dott. Ciro Chistoni eseguiti con questi strumenti e sempre ritrovato dall’instancabile Fedele Zanardelli a cui dedicheremo un’articolo in un prossimo numero del bollettino.

L’osservatorio terminò purtroppo la sua attività alla morte di Don Bonomini che avvenne nel 1922.

Le osservazioni a Collio furono iniziate da don Bruni a Tizio. Alla sua morte furono riprese dapprima a San Colombano dal Sacerdote Angelo Pellizzari nel 1881 e proseguite da Bartolomeo Ghidinelli il cui figlio scrisse questi appunti che hanno permesso di ricostruire questi eventi.

Un fatto eclatante, già riportato nel bollettino parrocchiale dell’agosto 2010, fu il funerale di Don Bonomini che essendo nato a Collio fu celebrato a Collio.

I suoi parrocchiani di Memmo, profondamente indignati per questa scelta, non partecipano per protesta al funerale ed è solo il 21 ottobre 1941 che, per interessamento del nipote don Giuseppe Bonomini, lo sua salma, ancora intatta, viene trasportata a Memmo «tra i festanti suoi fedeli» che finalmente poterono seppellire a Memmo il loro parroco.

Della struttura ora non rimane che l’edificio anche se si cercò nel 1980, a cura della Comunità Montana di Valle Trompia di riattivare alcuni degli strumenti ed alcune misurazioni settimanali.

A ricordo dell’opera del meteorologo sulla casa parrocchiale fu posta una lapide con le semplici parole “Osservatorio meteorologico fondato da don Giovanni Bonomini – 2 agosto 1899”

FABIO LAZZARI per l’associazione culturale “Vivere la nostra storia”.