
Gruppo folkloristico di Collio

Il Gruppo Folkloristico nasce ufficialmente in questo periodo (1920) con il preciso scopo di presentare alla moltitudine di turisti che durante l’estate affollano il paese, i tratti rappresentativi della tradizione locale.
I costumi utilizzati dal gruppo sono gli stessi che hanno caratterizzato fino ad allora e per parecchi anni ancora la vita del paese.
Il Gruppo non è quindi il risultato di una ricostruzione di una semplice “iconografia folkloristica”, ma è l’espressione della tradizione di Collio.
Ripercorrendo la storia, è doveroso citare uno dei più importanti eventi che hanno visto protagonista il gruppo: il viaggio a Roma nel 1930 invitati in occasione dei festeggiamenti per le nozze del principe Umberto di Savoia.
In quegli anni il gruppo svolse un’intensa attività, spesso affiancate, a testimonianza della vivacità nella vita culturale del paese, dalla banda musicale.
Scioltosi temporaneamente durante il periodo della guerra, il Gruppo Folkloristico di Collio V.T. si è ricostruisce nel 1950, formando così la “seconda generazione” di ballerini e musicisti.
Dopo un nuovo perido di ristagno ha ripreso vita negli anni settanta ad opera di alcuni giovani volonterosi.

LE MUSICHE.
Il repertorio del gruppo è costituito quasi esclusivamente da brani della tradizione, sia strumentali che cantati. Innanzitutto le musiche dei balli come il Valzer tradizionale (denominato “valzer del mandriano”),la Marcia(chiamata “tarantella paesana”) ed il “furbo galileto”, assimilabile alla struttura delle polesane; vi è poi un brano cantato su di un tempo di valzer, dal titolo “Ghe riat le montagnine”.
Infine “Le colombine”, la cui musica fu composta da Bortolo Biena (fisarmonicista del gruppo durante gli anni ’50 e padre del fisarmonicista Gianni) e parole scritte dal Biena con il maestro Tonini uno dei rifondatori del gruppo.
I BALLI.
Tre sono i balli eseguiti dal Gruppo, ballati a coppie con l’esecuzione di successive figurazioni; il passaggio da una figura all’altra viene “comandato” dal capo ballerino o da un musicista, con un verso caratteristico.
Le danze si aprono con il Valzer tradizionale, ballato a coppie con il succedersi delle seguenti figurazioni: sottobraccio “a spasso”, cerchio, quadriglia, dondolo.
Vi è poila Marciache si balla a coppie, con le seguenti figurazioni: sottobraccio, cerchio, serpentina delle donne fra gli uomini “sul posto”, giro conclusivo al termine del quale le ballerine si inginocchiano davanti al rispettivo uomo.
“Il furbo galileto” è un ballo basato sul corteggiamento di uno dei ballerini nei confronti delle donne; durante lo svolgimento del ballo, i ballerini cantano in coro una serie di stornelli: nella valle questa formula musicale era conosciuta con il nome di “maitenada”.
GLI STRUMENTI
Agli inizi la strumentazione base del gruppo era costituita dall’organetto diatonico, dal basso (basù), dalla chitarra e dal triangolo. Vi è da dire, peraltro, che se questo era lo strumentario ufficiale del gruppo, i pezzi in repertorio, oltre che durante le esibizioni, venivano eseguiti anche nei momenti di incontro all’osteria o nei cortili ed allora si avvalevano del contributo di altri strumenti, come il clarino od il violino, di cui in paese esistevano suonatori. Col tempo, all’organetto (che ebbe in Giacomo Calzoni “o sémèl” un leggendario suonatore) si sostituì dapprima la fisarmonica semicromatica, quindi la attuale fisarmonica cromatica. Il basso, rottosi durante una uscita a Venezia, non venne più riparato e da allora non figura più nell’organico strumentale.
I COSTUMI.
I costumi indossati dai componenti del gruppo sono una testimonianza tangibile dei caratteristici capi di vestiario portati nei giorni di festa dagli abitanti di Collio, fino ai primi decenni del ‘900. Parecchi dei costumi indossati da componenti del gruppo sono originali, altri sono stati approntati negli anni ottnta da Nazzaro Lazzari l’ultimo sarto in grado di approntarli, riproducendo fedelmente i modelli originali.
Il costume dell’uomo è costituito da:
– Cappello di feltro con fibbia, adornato da piume di pavone e da stelle alpine.
– Camicia bianca di lino o tela grezza, con pettorale ricamato.
– Panciotto (cruset), giacca e pantaloni al ginocchio in fustagno (pignolato), nero o blu.
– Fazzoletto con disegni floreali, al collo, fermato da un anello
– Calze lavorate a mano (mosete) oppure ghette, legate sotto il ginocchio con fettucce terminanti con palline.
– Polacchini (Carusì)
– Fascia stretta alla vita, in tinta unita, di colori vivaci.
Il costume della donna è costituito da:
– Sul capo, un coloratissimo fazzoletto in lana, annodato alla nuca.
– Camicia bianca in lino, con pizzo al collo ed alle maniche.
– Scialle colorato, con frange, portato sulle spalle e fissato alla vita con il grembiule.
– Abito scuro, intero (corpetto, con o senza maniche e gonna) in tela grezza, ornato da uni fascia di velluto alla base della gonna.
– Sottoveste in tela o lino.
– Calze bianche lavorate a mano.
Il Gruppo Folkloristico di Collio V.T., fin dalle sue origini, è stato costituito da un numero grossomodo costante di persone: 8-10 coppie di ballerini e 3 musicisti. Ai circa 23 componenti adulti si sono aggiunti in alcuni periodi i piccoli ballerini, portando il numero dei componenti a circa trenta.
