
MEMMO (in dial. Mèm) – E’ la frazione ad Ovest di Collio posta a m. 980 s.l.m., sul versante di sinistra di valle della Torgola, tributaria di destra del Mella su un pianoro variamente ondulato e circondato da monti.
Forse dal latino Memmius o Maemius, cognome secondo qualcuno di un Prefetto delle miniere.
Memmo è anche un cognome veneto.
Gli abitanti sono chiamati in gergo dialettale “papolecc”.
Un castelliere preistorico venne individuato dal dott. Edoardo Carini nel 1976, al Dosso Magnolo in corrispondenza con le Vasche di Memmo ad indicare l’importanza come punto d’osservazione della zona.
Il toponimo castello nei pressi indica ancora un posto di avvistamento e di difesa.
Sembra che vi avesse possedimenti il monastero di S. Faustino al quale si dovrebbe la costruzione della prima cappella appunto ai S.S. Faustino e Giovita.
Antichissima la Vicinia, sulla quale però prevalsero i comuni di Collio e di Bovegno.
Già nel 1389 risulta aggregata alla chiesa dei santi Nazaro e Celso, 1389, 16 ottobre in Brescia, nella sala grande del palazzo
Rispetto a tutti i centri abitati di Collio (la Piazza, Tizio, Ivino, S.Colombano), “in principio fu Memmo”.
Tale affermazione è soffragato dal fatto che nei pressi della frazione è ancora ben visibile il tracciato preistorico divenuto poi una strada romana che da Graticelle saliva a Fiale e che attraverso il Muffetto congiungevala Valtrompiacon la Valcamonica.
Sempre a Memmo recentemente è stata scoperta una punta di lancia di origine Celtica (vedi il libro “Quassù le nuvole sono come pensieri che volano…” di fresca pubblicazione).
Dal 1921 al 1924 su progetto dell’ing. Camillo Arcangeli veniva costruita dalla ditta Pietro Fracassi la strada comunale Collio-Memmo.
secolare contezioso che vede opposte lo comunità civile e religiosa di Collio con quella di Memmo e che porterà, nel 1771, alla separazione, allorchè Memmo venne eretta in parrocchia autonoma.
All’autonomia religiosa (13 SETTEMBRE 1771) secondo gli abitanti doveva seguire quella civile che però non fu mai raggiunta anche se nel 1797 esiste, come per San Colombano, un ducale che ne sancisce tale divisione. Come per San Colombano la caduta di Venezia ha posto fine a questa divisione.
Un fatto eclatante che evidenzia le continue beghe con Collio avviene nel 1922 quando il parroco don Giovan Battista Bonomini, nato a Collio, muore ma, diversamente dal desiderio della popolazione di Memmo, è sepolto a Collio.
Ciò indigna profondamente lo popolazione che non partecipa, per protesta, al funerale.
E’ solo il 21 ottobre 1941 che, per interessamento del nipote don Giuseppe Bonomini, lo sua salma viene trasportata a Memmo «tra i festanti suoi fedeli» che finalmente possono seppellire a Memmo il loro parroco.
Nel 1987 abbiamo la soppressione della parrocchia di Memmo.